Sulla 5G ora la parola spetta al Governo

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato il nuovo Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF 2018), segnalando a Palazzo Chigi gli elementi di criticità emersi in relazione alle frequenze che le televisioni saranno costrette a lasciare agli operatori di telecomunicazioni.

In Italia la riassegnazione delle frequenze della banda 700 MHz non è gradita ai broadcaster anche se è prevista una contropartita economica di 742 milioni di euro. Di fatto saranno costretti a rinunciare a metà dei multiplex attuali entro il 2022, ripiegando sulle Sub 700 MHz. E anche con l’introduzione degli standard DVB-T2 con HEVC il numero di canali televisivi nazionali e locali è destinato a ridursi.

Mediaset, il Gruppo Cairo e TV locali hanno deciso di ricorrere al TAR contro la delibera AGCOM che regolamenta l’asta 5G e la roadmap stabilita dal MISE: non vogliono rinunciare alle loro frequenze. E questo malgrado l’Italia abbia già previsto di approfittare della deroga concessa da Bruxelles: 2022 invece che 2020.

Entro settembre il MISE avvierà le procedure per la gara dedicata all’assegnazione delle licenze 5G – nel rispetto del 5G Action Plan.
La previsione di incasso è di circa 2,5 miliardi di euro e i primi 1,25 dovranno essere versati entro il 31 dicembre 2018

Fonte: https://www.tomshw.it/agcom-il-nodo-frequenze-la-5g-parola-governo-95494